Leggo su genitoricrescono:
“L’autostima non è gonfiarsi a elio ogni giorno per poi credere di viaggiare sempre una spanna sopra gli altri… è conoscenza di sé, dei propri limiti, dei propri pregi e dei punti di forza”.
Per alcuni il problema è proprio questo, non conoscersi abbastanza per capire i limiti e le potenzialità. Non è facile, nè scontato, avere consapevolezza di sè, anche a 40 anni.
Credo che sia anche questione di carattere che spinge a stare più sulla difensiva piuttosto che a decidere di “buttarsi” fino a rischiare e affrontare situazioni che si ritengono non essere alla propria portata.
Tutto ciò, se si è genitori, rischia di essere riflesso sui figli fino a giungere alla decisione di proteggerli in maniera esagerata senza dar loro la possibilità di sperimentare se stessi. Come dice saggiamente John Bowlby, psichiatra, etologo e cognitivista:
“i genitori devono stare nella testa e non nei letti dei figli”.
La nascita della mia prima figlia mi ha spronata a lavorare su me stessa, mi sono stata ad ascoltare più di quanto facessi prima e mi sono messa alla prova.
Ho accettato critiche e consigli di amici e genitori che mi “accusavano” di puntare troppo presto all’indipendenza di mia figlia, quando, all’età di 4 anni, volevo che prendesse lei determinate decisioni. Mi sentivo dire:
“a 4 anni non puoi pretendere che una bambina sappia fare scelte così difficili, devi decidere tu per lei”.
Il mio timore fisso è che le mie figlie non acquisiscano consapevolezza di se stesse e quindi a volte mi trovo ad anticipare i tempi.
Nel mio piccolo spesso mi chiedo come sia possibile che abbia un uomo, che vive con me già da 10 anni; due figlie ciascuna con la loro personalità; una casa, incasinata, ma accogliente nonostante tutto. Questi dubbi sono la chiara manifestazione di NON-autostima; poi però mi trovo a gongolare con me stessa, se non altro perché sono un punto di riferimento per due piccole creature e per un 50enne che ha deciso di condividere con me la sua vita.
Un concetto è chiaro: un genitore ha il dovere di lavorare sull’autostima per trasmettere questo valore ai figli insegnando loro come avere fiducia in se stessi; condurli per mano fino a quando spiccheranno il volo.
“Non insegnate ai bambini” di Giorgio Gaber è la canzone che ascolto quando mi ritrovo a pensare alle mie creature. Ascoltatela anche voi o almeno leggete il testo!
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